giovedì 17 novembre 2016

POST 8

L'ambra nei miti popolari

Circa 5000 anni fa i nostri antenati, passeggiando lungo le rive del Baltico trovarono una pietra particolare che attirò la loro attenzione. Era la pietra d'ambra. Un pietra per loro strana; molto leggera, calda al tatto, combustibile, trasparente e di color giallo-arancio luminoso.
Più in là con gli anni invece i Romani la chiamarono Sucinum, derivandolo da sucus che significa succo, per indicarne la provenienza da secrezioni vegetali.
In ogni vaso, l'ambra entrò presto a fare parte dei miti popolari per le sue caratteristiche particolari;

Il mito di Meleagro

Meleagro, figlio di Eneo (re di Calidone) e di Altèa, fratello di Deianira moglie di Ercole, organizzò unitamente agli zii materni, la caccia al feroce cinghiale inviato per punizione sulla terra di Calidone dalla dea Diana, trascurata. Meleagro uccide l’animale e, nel corso di una lite per il possesso del vello, anche gli zii materni.
Altèa, la madre, vendica il delitto bruciando il tizzone a cui le tre Parche avevano legato la vita del figlio e questi muore consunto da un fuoco interno.
Pare che Sofocle ritenesse che l’ambra fosse prodotta dalle lacrime versate per Meleagro dalle sue sorelle, le quali vennero trasformate dalla dea Diana in uccelli chiamati meleagridi, nome greco delle galline faraone (meleagroi).Secondo la leggenda una volta all’anno, dall’India, le meleagridi arrivavano in Grecia piangendo lacrime che a contatto con il terreno si trasformavano in ambra.

Detti popolari

"A molti puzza l'ambra" - Proverbio Toscano Citato in 1853, Affetti, passioni e voglie, pp. 19-23.

Superstizione

Si crede che quando un bambino è irrequieto, nervoso, per farlo calmare basti fargli indossare un bracciale o una collana d'ambra, per vie delle sue proprietà.

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